Stavo guardando adesso a pranzo, un po' di TV.
Ascoltavo parlare C. Augias.
E mentre mi concentravo col palato sul mio risotto all'aglio Orsino (versione 2), i miei pensieri andavano verso un luogo dove mi capita spesso di imbattermi. Questa linea sottile che divide l'Italia che amo e rispetto, da quella becera e volgare che sembra essere inscindibile dalla prima.
Cerco di spiegarmi, col rischio di offendere qualcuno (penso al mio amico Fabio), e me ne scuso...
Ascoltando Augias, per l'appunto, mi chiedevo perché un uomo così garbato, fine ed intelligente, raccoglie meno consensi di un Verdone. Il quale, sia detto per inciso, da qualche tempo, cerca di diventare uno pseudo intellettuale di incerta estrazione. Avevo seguito poco tempo fa, una trasmissione condotta da Fazio, in cui lui era protagonista assoluto di un vuoto totale e sconfortante.
Cerco di spiegarmi meglio.
Non esiste, secondo me, un livello culturale riconoscibile per un Banfi. Esattamente come non ci sarà mai per Verdone. Eppure questi due (in mezzo a migliaia di altri loro pari), fanno parte del paesaggio Italia.
Per quanto sia gradevole leggere Bocca, oppure lo stesso Montanelli (notoriamente agli antipodi politicamente parlando), e altrettanto scoraggiante vedere come si mescolano fra i personaggi pubblici, il buono ed il cattivo. E se non cambierò opinione nei confronti dei Verdone, o Banfi che sia, rimango comunque convinto che in verità, questa è l'Italia.
Questa è la strana forza di questo paese, sempre in bilico fra buono e cattivo. E sempre pronto a digerire l'uno e l'altro. O l'uno con l'altro.
Non possiamo negare l'altissimo livello di tanti nostri connazionali, in tutti i campi.
Ma non possiamo neanche non vedere il "lato oscuro" e volgare di questo paese, che si fa guidare da condottieri arrivisti e privi di qualsiasi forma vaga di eleganza culturale.
Da Mussolini a B. il nano, passando da Banfi a Verdone, ma anche transitando con Totò, Manfredi, Berlinguer, o Napolitano. Questo paese sembra saper digerire tutto e tutti.
Forse, uno dei campi ancora sani, rimane proprio la sua cucina. E se mi trovo spesso diviso tra il mio gusto Francese e quello Italiano. Devo però riconoscere che almeno a tavola, i due si equivalgono.
E non so, veramente, non so. Se un giorno dovesse prevalere il "lato luminoso", quanto gioverebbe all'Italia.
JM
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